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Rivoluzionari cercasi

di Federica Bisegna
da Augusto Boal

Note di regia

“Mi rivolto, dunque siamo!”.

(Albert Camus)

La partitura di questo spettacolo si ispira ad una delle più originali, e quanto mai geniali, opere di Augusto Boal (regista e drammaturgo brasiliano), e cioè Evviva la rivoluzione. Un testo che abbiamo conosciuto ed interpretato più di 30 anni fa. Federica Bisegna lo ha voluto totalmente riscrivere aggiungendo nuove scene e nuovi personaggi e riportandolo ai giorni nostri. Il cast dello spettacolo è composto dai nostri giovani attori e dai piccoli del gruppo lab junior. Non si tratta di un testo per ragazzi o per bambini, ma con loro assume una forza maggiore, una causticità che solo la freschezza della loro età può restituire, così come avviene in un disegno animato o in una fiaba, dove anche gli argomenti più scabrosi possono essere raccontati con leggerezza. Non solo, entrando nel meccanismo di battute che possono avere più interpretazioni e nei sottotesti dei malati meccanismi mentali degli adulti, i ragazzi hanno guardato alla trama con un sano distacco, donando allo spettacolo il candore dei clown. Il testo è talmente attuale che sembra scritto oggi, in questi giorni tumultuosi della politica italiana che coincidono con le imminenti amministrative. Gli schemi, i compromessi, l’arrivismo e la vacuità delle promesse sono quelli di sempre. Una politica malata e stanca, che si attorciglia intorno a sé stessa, come un serpente velenoso, e alla quale neanche i movimenti di protesta più intransigenti sanno dare una svolta vera. I poveri restano poveri, i ricchi fanno di tutto per rimanere tali e i politici intrecciano le loro perverse alleanze. Che fare? Una rivoluzione è quello che ci vuole! Ma se alla fine anche i rivoluzionari si lasciano irretire dalla brama di potere e passano dall’altra parte della barricata? Qual è la soluzione? Il testo non può dare una risposta ma, usando l’ironia come grimaldello per scardinare ogni tipo di logica, ci restituisce un ritratto nitido e sconfortante della società in cui viviamo; che è la stessa dei nostri padri e dei nostri nonni; la storia si ripete, cambiano i mezzi ma i meccanismi rimangono gli stessi. Nessuno sfugge al fascino del denaro e anche i più idealisti cadono nella trappola: l’agnello diventa lupo e la trasformazione è definitiva, non esiste antidoto.

Vittorio Bonaccorso